mercoledì 17 agosto 2011

2002 Dormi silenziosa


2002 DORMI SILENZIOSA... C'è chi durante la notte dorme, ci sono persone che prediligono abbracciarsi ai sogni che Morfeo suggerisce o chi, si lascia cullare del "Demone TV", io... io prediligo tuffarmi nei meandri dei miei pensieri, osservare chi mi è vicino e lasciare che la penna libri su pagine ancora per poco immacolate...

In questo momento
dormi silenziosa,
il mantello della notte
ti avvolge di calore;
io ti guardo,
un’amenità
scalda il mio semplice cuore,
l’anima gioisce
la letizia divampa
come raggi di sole.
Sei dolce, dolcissima,
profumata ed addormentata,
sei un fiore chiuso
c’aspetti il giorno a venire
per aprirti e mostrar al mondo
le tue intime meraviglie,
i tuoi ori, le tue gemme.
Dormi, dormi serena,
qui ci son io che veglio,
sono il tuo angelo,
le mie ali son posate su di te.
Piccolo fiore,
mio grande amore,
ti ho aperto la mia anima,
ti prego, non spegnerla,
sarebbe come pugnalarmi al cuore.

© Testi: Francesco Arena
© Editing immagini: Francesco Arena

2002 Desiderio


2002 DESIDERIO... Desiderio di un amore lontano, la cui distanza a volte a sembrato logorare tale rapporto, ma... al contrario, poi, la reso sempre più forte. Ricordi, sogni, immagini, che giocano a sfiorare la mia mente, a scaldare il mio cuore, a pastrocchiare con la mia anima... bramosia che sfiora i sensi. Un Desiderio... chiamato Amore...

Accarezzo la notte col pensiero,
guardo le stelle,
non posso far a meno
di pensare ai tuoi dolci occhi.
La Luna è colma, piena,
sorniona sorride,
con un occhio aperto e uno chiuso,
sogno, desidero il tuo viso.
Immagino il Sole,
abbacinato dai suoi sprazzi caldi,
i tuoi capelli dorati
divampano desideri lontani.
Scendo, torno sulla Terra,
scruto monti, valli,
bramo, desidero,
affossare fra i tuoi morbidi seni.
Vorrei essere al tuo fianco,
abbracciarti, baciarti,
fondere all’unisono le carni...
ma... l’inverno, non è ancora finito,
la primavera lunge ad arrivare.
Presto, l’incanto dei colori
sarà la gioia suprema dell’amore;
la letizia dei nostri cuori, ci porterà per mano
nel giardino del nettare ghiotto,
dove il gusto acerbo,
è cassato dai sapori estivi,
e l’amore trionfa, sull’ultimo ghiacciolo invernale.

© Testi: Francesco Arena
© Editing immagini: Francesco Arena

martedì 16 agosto 2011

1999 Pensieri silenziosi


1999 PENSIERI SILENZIOSI... Chi ha detto che l'amore è cieco? L'amore, l'amore anima e passione, è sentirsi librare in aria, sconvolgersi... vibrare fino a perdere coscienza di se... l'amore come stato onirico di allucinazioni orgiastiche, così meravigliosamente tangibili (intangibili). L'amore è correre senza freni inibitori... è soffrire, patire con un nodo in gola eppure... è proprio vero! Siamo tutti un po’ masochisti!!!

In questa notte di diamanti,
di madre perla argentata,
di profezie, sogni e desideri,
ho strane, magiche visioni,
perverse, incantate allucinazioni:
i tuoi occhi scintillano in cielo
come astri luminosi;
il tuo viso quieto, silenzioso,
mi grida delizia, mi assorda d’infinita pace;
la tua figura armoniosa,
libra come una farfalla leggiadra,
vola, quieta e vivace.
Quando poi, poni i tuoi passi,
sembri quasi staccarti al cielo
per cogliere aria e nuvole sopra te.
Io ti guardo...
e assorto e muto di stupore,
quasi mi emoziono,
euforizzo, toccando la non fine dei sensi.
Ora sei al mio fianco,
sorridi amena,
e come raggi di aurora mattiniera,
dentro sento implodermi
come un sogno fra i miei pensieri.

© Testi: Francesco Arena
© Editing immagini: Francesco Arena

1999 Il dubbio dell'amore


1999 IL DUBBIO DELL’AMORE... L’amore, perenne mistero di ogni tempo, un astrattismo di una geometria dalle infinite dimensioni, una emozione malata, contorta, intricata, ma capace di sedurci in modo così sublime, da cedere ogni volta al suo volere... l’amore, un brivido che nasce, muore e ancora nasce... tormentandoci per tutta la vita...

Perché amare?
Cosa spinge il nostro cuore a fremere?
La nostra anima a vibrare di gioia pura?
Cos’è questo infinito indescrivibile?
Dunque, cos’è l’amore?
Quale potenza divina racchiude
una così semplice parola?
Una parola così piena di energia...
è un fuoco che avvampa, brucia l’etereo,
che riveste l’uomo di luce,
una stupefazione senza fine,
non esiste forza in natura
cosi immensa, così incommensurabile.
Forse, l’amore è tutto questo:
domanda su domanda,
ma nessuna risposta:
la fede dell’amore.
Io amo, purtroppo però...
non sono amato.

© Testi: Francesco Arena
© Editing immagini: Francesco Arena

Immaginificazione & poesia... ovvero La fotografia dell’emozioni


“La poesia sublima l’anima, le immagini condensano emozioni...”

    Molto spesso quando leggo sia che si tratti di un romanzo o di una poesia, nella mia mente si crea uno farfugliamento di figurazioni atte a “immaginificare” le descrizioni e/o l’emozioni dell’autore; così circa 2 anni fa decisi di provare un esperimento: trascrivere le mie poesie su immagini per creare così a mio credere, un maggior impatto psicologico in colui che poi le avrebbe lette.
   
    Certo non è un lavoro molto difficile, ma neppure semplice come sembra, a mio parere infatti, la scelta dell’immagine deve essere un sunto di quello che la poesia vuole comunicare; poi parliamoci chiaro, prendere un testo sovrapporlo su una foto è un gioco semplice, ma... Se lo si fa con vero amore, dedizione, cura... A volte risulta davvero difficile trovare l’immagine giusta per il proprio pensiero. Spesso io di mio, ho più volte ritoccato le foto scelte  con filtri artistici, giochi di luce o colore, in alcuni casi addirittura, sovrapponendo immagini trasformando così l’originale in un’immagine personalizzata molto più vicina alle mie esigenze.
   
    Se è vero che la poesia e trasfigurazione dell’emozioni nell’arte dello scrivere, alla stessa stregua è anche vero che le immagini le trasmettono in egual misura, ergo, l’unione dei due fattori non può che rafforzare il significativo che vogliamo trasmettere al nostro interlocutore; quindi leggere e al tempo stesso tuffarsi nelle immagini non può che stimolare sia la mente, che l’inventiva dando in un ultimo risultato uno spettro di una visione di più ampio respiro.

    Mi sarebbe piaciuto pubblicare un giorno un libro che raccolga i miei “giochi d’immaginificazione”, ma purtroppo con i tempi che corrono, ancora oggi, la produzione di una tale stampa è davvero troppo onerosa, pertanto, ahimè! Mi toccherà al momento, rassegnarmi e magari sfruttare le nuove tecnologie per creare un prodotto digitale, in grado poi di essere visualizzato con un qualsiasi decodificatore domestico.
    Mi sento un po’ all’alba di un nuovo modo di “leggere poesie” e... Purtroppo come tutto ciò che è nuovo, si deve solo aspettare che la tecnologia ci aiuti nella sua espressione. Mi trovo nella stessa situazione dei nostri predecessori, quando iniziarono a stampare i primi libri con caratteri mobili, nessuno all’epoca avrebbe poi mai immaginato di riuscire a stampare un intera enciclopedia... Quindi, mi armo di pazienza e nel frattempo, lascio a voi miei cari amici il piacere e l’ebbrezza di sfiorare le mie emozioni più intime.

domenica 14 agosto 2011

1998 Amore come dolore


1998 AMORE COME DOLORE... Quanto dolore, sofferenza a volte, per una stilla di sangue versata per amore... ma solo, ed esclusivamente così, si può apprendere, capire questo infinito sentimento...

L’amore, una lacrima
che trabocca d’infinito;
punto da cui origina,
muore l’universo;
stupefazione di orrore
che nutre dispiaceri,
mestizie senza fine.
L’amore, nasce, muore,
da, con colui che lo sprigiona,
dal proprio cuore.

© Testi: Francesco Arena
© Editing immagini: Francesco Arena

sabato 13 agosto 2011

1997 Un seme d'amore


1997 UN SEME D'AMORE... Non sempre l'amore che doniamo è accettato, al contrario a volte viene deriso o per assurdità considerato solo un atto di egoismo... ma poi il tempo passa... e la persona a cui abbiamo donato metà del nostro cuore apre gli occhi, vede la luce del Sole, ne percepisce il suo dolce calore e... ormai... in modo tardivo rimpiange la sua passata riluttanza...

Ti offrii un piccolo seme,
nella tua buona mano;
lo scrutasti, ma non ti prese,
lo sfiorasti, ma ne derisi.
Lo gettasti via.
Non avevi capito nulla!
Passano anni,
dopo tanto, ti rincontro:
sei donna, sono uomo, sei bellissima.
Camminiamo,
c’è un albero, è in frutto,
stendi la mano e ne cogli un pomo,
lo consideri, lo gusti, sorridi,
porti la mano alla bocca,
poni il suo seme,
lo scruti, lo sfiori:
d’improvviso ricordi, capisci,
gli occhi divengono gonfi, lucidi:
esplodono:
lacrime bagnano il tuo viso.
Un abbraccio, poi la fuga:
è un addio per sempre.

© Testi: Francesco Arena
© Editing immagini: Francesco Arena

1997 L'uccello dalle ali spezzate


1997 L'UCCELLO DALLE ALI SPEZZATE... Ovvero l'amore struggente e infinito di un amore non corrisposto... forse l'amore più intenso, più profondo che ciascun individuo può percepire...

Sono un uccella,
un uccello a cui
hanno tagliato le ali,
un uccello che
non può più volare.
È triste, terribilmente triste,
i piccoli occhi piangono,
lacrimano perle di dolore.
Aspetto,
aspetto il giorno
lontano infinito,
il giorno che cresceranno le ali,
ma è lontano, così lontano,
troppo lontano;
e il dolore è tanto forte,
è atroce.
Piango giorno e notte,
il dolore è terribile,
io piango.
Un giorno, il giorno arriverà,
allora solcherò il cielo,
attraverserò il mondo,
finalmente sarò guarito.
Ma quel giorno è lontano, così lontano
Troppo lontano.

© Testi: Francesco Arena
© Editing immagini: Francesco Arena

2010 Tutto su mia madre


2010 TUTTO SU MIA MADRE... Prendendo spunto, copiando spudoratamente, utilizzo il titolo di un bellissimo film di Pedro Almodovar, per dedicare una poesia a una donna, una donna eccezionale a cui devo tutto e di più, a cui devo la mia vita e la persona che sono. Dedico questa poesia a mia madre...

Minuta, esile, argentata,
sotto un sole ambrato d’autunno,
riflette al mio, il suo sguardo profondo.
Nel silenzio che quasi pare muto,
ma che avvampa emozioni, idee a cascata,
si piega quasi a baciar la terra...
non si spezza torna subito
ritta e forte.
Le sue parole ascoltate, rifiutate,
sono luci, della mia anima, del mio pensiero,
eredità, che consegnerò a mia volta.
Una piccola donna, colma di sapere,
di sogni persi e desideri creati.
Ti guardo, fermo al mio stupore,
con una silente malinconia;
ti osservo nel quotidiano,
nel passato che ci ha accompagnato,
ci ha uniti come madre e figlio,
nel futuro come mio eterno dono.
Il tuo pensiero si è fatto uomo,
un uomo, che come figlio,
ti ricorderà immortale.

© Testi: Francesco Arena
© Editing immagini: Francesco Arena

2002 Signora Morte


2002 SIGNORA MORTE... Sgomento, dolore, rammarico... quando muore qualcuno a noi caro, proviamo sensazioni tremende, che per quanto possano gridare nel nostro cuore, a volte può essere difficile esternarle; solo chi ci conosce veramente bene, guardando nei nostri occhi, può leggere le atrocità di pensieri che pervadono la nostra anima...

Sventola la bandiera di pece nera
lievi e forte si scuoton
i fili d’erba nel prato verde della collina.
Da la, dall’aldilà,
nel silenzio dei suoi passi,
giunge il teschio di morte: la Morte.
Il cielo si oscura, si in cupa
e il sole si appanna;
eccola, eccola arrivare
la signora Morte,
cinta di manto nero
e falce d’argento alla mano.
<<Son qui, son giunta a questa casa,
chi di voi deve trapassare?>>
Alberi e cespi scuoton di terrore
e foglie tremanti
cadono silenti a terra,
lampi, folgori, squarciano il cielo,
il vento ulula
e mille e mille orrori
gridano nei nostri cuori.
<<Son la Morte ovunque giungo
un di voi mi ha chiamato
e per egli son arrivato!>>

© Testi: Francesco Arena
© Editing immagini: Francesco Arena

2010 Lo strappo


2010 LO STRAPPO... La violenza non è solo stupro, la violenza è pugnalare l’anima e poi con cruda ferocia, rimestare la lama nella ferita... un dolore atroce, tremendo, assoluto... un dolore che fiotta sangue,
dal cuore...

Una margherita in mezzo al pratoè colta,
strappata,
è depetalata;
un sorriso, un ghigno,
il sole è oscurato.

© Testi: Francesco Arena
© Editing immagini: Francesco Arena

domenica 7 agosto 2011

2010 Anonimi pensieri


2010 ANONIMI PENSIERI... L’implicito può essere esplicito. Solo chi scava a ritroso nella propria anima può trovare nell’irrazionalità del mio modo di scrivere, il vero significato a cui alludo... peccato che oggi, giorno si cerchi solo la banalità... e non la comprensione della vita...


È un fremito nell’aria,
la chioma si scuote riverberata dai pensieri,
l’agre aroma si espande nella foresta
e il canto melodioso
armonizza sogni allucinatori.
Un sasso è gettato nello stagno,
mille onde increspano il suo specchio
magico;
mille pensieri evaporano,
condensano il rugiada silente.
Con calma poso le dita,
saggio e comprendo...
il silenzio tace...
ma è solo un inganno.

© Testi: Francesco Arena
© Editing immagini: Francesco Arena

venerdì 5 agosto 2011

2010 Principio


    2010 PRINCIPIO... Non sempre il giorno e la notte posso distinguersi, e non sempre ciò vediamo e tangibile a tutti; chi vuole intendere, deve solo scavare dentro di se... forse allora troverà veramente se stesso... e gli altri...

Non sempre ciò che percepiamo
con i nostri sensi,
con la nostra mente,
è tangibile,
è riscontrabile con la realtà.
Solo l’irrazionalità
e la follia pura,
aprono gli orizzonti
al disidratato,
ormai esausto... di un sole perpendicolare.
 
© Testi: Francesco Arena
© Editing immagini: Francesco Arena

giovedì 4 agosto 2011

I girasoli hanno il colore del sole


Ho scritto e continuo a scrivere per tanti, troppi motivi.

Mia madre un giorno mi disse che scrivere non significava descrivere. Ad esempio “i girasoli sono gialli”, ma è il cercare di sterrare una retrospettiva del soggetto, dell’oggetto intrinseco nel proprio pensiero, quindi scrivere è voler far trasparire l’emozioni dello scrittore al fine di comunicarle al suo lettore.
A riguardo ho combattuto molti anni con me stesso per capire come si evolvesse un discorso sulle emozioni, in quanto se è facile dire “io sono felice”, è molto più difficile trasmettere poi, il proprio stato emozionale ad un’altra persona.
Un trucco, se vogliamo osare a svelarlo, che ho adottato soprattutto per la prosa, è quello di scrivere in prima persona, in modo da far calare il lettore nelle vesti del personaggio narrante ma... nella poesia e tutta un’altra storia.

La poesia è una forma artistica atta comunicare un messaggio emozionale dell’anima, al cui significato “reale” delle parole che la compongono si uniscono anche una fattispecie di musicalità e ritmo, riuscendo così a trasmettere al lettore in modo più incisivo, stati emotivi, di quanto non riesca una struttura in prosa.

La costruzione dei versi, devono poi, a mio parere, essere brevi, con un vocabolario: 1-sintetico, 2-multiplo, 3-armonioso - musicale.
1- Sintetico: perché non ci si può dilungare troppo nell’espressione sensazionale, nella realtà gli status emozionali avvengono in frazioni di attimi; leggere per il lettore, deve essere viverli, se ci si dilunga troppo, si perde l’approccio sensazionale fondamentale per ogni tipologia di scritto, maggior ragione per la poesia.
2- Multiplo: il vocabolario utilizzato nella poesia non deve essere ambiguo, ma allo stesso tempo deve essere lasciato aperto a più significati, mi spiego, solo un “vero lettore” e una persona sensibile saprà individuare il vero messaggio dell’autore.
3- Armonioso - musicale: mentre la prosa può essere più o meno spigolosa, squadrata, la poesia deve essere morbida e capace di accarezzare l’anima, perché è da quest’ultima che essa viene partorita.

Ho scritto per raccontarmi per raccontare il mondo, le mie esperienze di vita, di come io vedo ruotare gli eventi gli uni sugli altri. Molte persone spesso prima di andare a glissare gli occhi per raggiungere Morfeo, stilizzano la propria giornata, le situazioni vissute, le persone con cui hanno relazionato, lo faccio pure io, ma... spesso mi capita di sentire evolversi dentro di me frasi, parole, che in un certo qual modo rapprendono i miei stati inconsci e improvvisamente sento un bisogno sfrenato di metterli per iscritto, in nero su bianco.
Ho scritto anche, se vogliamo così dire, su commissione, per gioco: è capitato a volte che conoscenti, amici, mi abbiamo richiesto una poesia per un determinato evento o per una persona. Come suggerimento spesso ho adottato il sistema delle “tre parole”, ossia tre parole di particolare valore e significato, facendo così poi ruotare il mio pensiero intorno ad esse.

Con questa breve premessa non ho voluto in nessun modo peccare di presunzione o arroganza, rimane pertanto solo e unicamente un mio punto di vista. È stata scritta per delineare un mio pensiero e per desiderio di volerla scrivere.

Un poco di me

Iniziai a scrivere quando avevo dodici anni, la professoressa d’italiano della scuola media ci consegnò come compito per casa, quello di scrivere una poesia, ed io la scrissi... mi piacque l’idea di poter liberare i miei pensieri in forma verbale, così da allora non ho più smesso, quasi fosse una droga.

C’è chi ha deriso i miei pensieri, chi mi ha preso in giro, chi li ha definiti un forma di edonismo; non importa! Io voglio bene a ciascuno di loro dal primo all’ultimo: sono come finestrelle sulla mia anima, sul mio cuore, chi mai un giorno le leggerà, conoscerà la mia vita, le mie passioni, i miei dolori, i miei amori, conoscerà Francesco, conoscerà la mia persona.

Scrivere è come il canto libero di un uccello in primavera; è un sensazione di pura libertà che non ha eguali, è il diffondersi di profumi secondo i capricci del vento, è intingere il calamaio nel cuore, e poi lasciarlo scorrere da solo sulla pergamena, è la forza più dirompente del cuore... scrivere è un puro, semplice, atto d’amore.

Scrivo quando sento il bisogno di comunicare qualcosa, qualcosa che non riesco a trattenere dentro; scrivo quando sono felice, ma più delle volte quando mi sento solo e triste; buona parte di ciò che ho scritto è dedicato agli amori più o meno corrisposti che ho incontrato durante la mia vita; a volte scrivo anche solo per far librare in aria la mia malinconia, la mia tristezza, quasi per distaccarmene, per fuggirne via e... funziona! Sembra quasi che riesca a liberarmi di una palla al piede come un carcerato. Ho scritto anche per gioia e felicità ma... strano a dirsi, mi è stato più difficile che scrivere cose tristi.

La mia prima poesia d’amore fu dedicata a Rossella, un sogno durato quasi quattro anni, poi... dissolto; le ultime poesie sono invece dedicate a Teresa, mia attuale moglie e spero duri per sempre.

Non ho scritto solo poesie d’amore, alcune sono dedicate anche ad amici: l’amicizia è un valore senza confini, un prato di primavera che si costella di fiori, un ideale meraviglioso che quando esiste veramente esplode nel cielo come mille e più fuochi d’artificio. Il mio migliore amico è Luca, ci conosciamo dall’età di sei anni adesso ne ho quasi 35 son ben 29 anni che ci frequentiamo, scherziamo, litighiamo... la poesia a lui dedicata rammenta un brutto litigio dal quale sembrava appunto sciogliersi ogni legame, invece poi... la nostra amicizia è continuata, saldandosi ancora più fortemente.

Sono anche tante le poesie legate a diversi momenti della mia vita, ai miei pensieri, all’erotismo, alle persone conosciute e che in un qualche modo hanno influenzato il mio modo di essere.

Scrivere mi aiuta, mi libra in uno stato di volo eccezionale, meraviglioso... ineguagliabile; sono contento di aver preso questa abitudine, la porterò sempre con me; un giorno, quando sarò vecchio, rugoso, anziano, rileggendo tutto ciò che ho scritto, sarà come fare un viaggio a ritroso nello spazio e nel tempo, alla riscoperta della mia vita e di quello che è stato.

2010 Pensieri di rugiada...


© Testi: Francesco Arena
© Editing immagini: Francesco Arena